Benvenuti appassionati di pesca sportiva! È un piacere accogliervi nel nostro blog dedicato alla pesca in mare, dove condivideremo con voi i migliori consigli, trucchi e segreti per migliorare le vostre sessioni di pesca. Preparatevi a scoprire nuove strategie vincenti e ad arricchire le vostre conoscenze in questo mondo affascinante. Siamo giunti nel periodo caldo della traina col vivo ed è arrivato il momento di parlare di uno dei dilemmi che ogni anno affligge il pescatore sportivo che pratica la traina al dentice: Calamaro o pesce come esca?. In questo articolo, metteremo a confronto l’utilizzo di cefalopodi e pesci come esche, concentrandoci soprattutto sui dentici. Scopri come ottimizzare la tua tecnica per massimizzare le possibilità di successo in ogni sessione di pesca.

Sommario 

  • le convinzione limitanti delle esche come calamari e seppie
  • la tecnica nella pesca con il vivo: 3 fattori da considerare

Le convinzioni limitanti delle esche come calamari e seppie

Molte persone sono convinte che i cefalopodi, come seppie e calamari, siano le esche imbattibili quando si tratta di catturare dentici. E in effetti, queste esche sono molto apprezzate dai pesci per le loro qualità nutritive e sono anche relativamente facili da gestire rispetto ai pesci. Le seppie, ad esempio, sono esche comuni e facili da mantenere vive. Inoltre, possono essere utilizzate anche morte senza perdere efficacia. Anche i calamari, sebbene più difficili da reperire e mantenere, sono relativamente semplici da innescare e utilizzare in pesca.

Tuttavia, non bisogna sottovalutare il potere attrattivo dei pesci stessi. I dentici sono soliti nutrirsi di pesce foraggio, come le menole, le zerri o le boghe, che rappresentano una fonte di proteine ​​economica facilmente e catturabile. I pesci possono essere più complicati da reperire e gestire come esche, ma sono una parte importante della dieta dei dentici.

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La tecnica nella pesca con il vivo: 3 fattori da considerare

La tecnica di pesca utilizzata è il primo fattore che può fare la differenza nella scelta dell’esca. Se si utilizzano cefalopodi, è importante tenere conto del fatto che queste esche tendono a rimanere vicine al fondo in natura. Al contrario, i dentici non sono necessariamente confinati al fondale e spesso attaccano prede in modo aggressivo. È quindi consigliabile addestrare le esche a qualche metro dal fondo quando si utilizzano pesci come esche vive.

L’innesco è un altro aspetto da considerare. Le esche devono essere innestate in modo da permettere loro di nuotare liberamente e mantenere la loro vitalità. È consigliabile utilizzare montature leggere con ami affilati per penetrare senza danneggiare l’esca. L’uso di filati morbidi, come il nylon, consente al pesce di reagire agli attacchi in modo naturale.

Il terzo ma non per ultimo è la velocità di traina è un fattore importante da considerare nella traina al dentice. Contrariamente alla lente velocità consigliata per i cefalopodi, l’esperienza suggerisce che procedere più rapidamente, fino a un nodo e mezzo, può essere più efficace quando si utilizzano pesci come esche vive. Tuttavia, se si utilizzano pesci che vivono vicino al fondo e non sono adatti a un nuoto veloce, uno scarroccio o una velocità molto lenta appena sopra il fondo possono essere più adatti.

In conclusione, speriamo che questo articolo vi abbia fornito nuove conoscenze riguardo la traina al dentice e stimoli per migliorare le vostre sessioni di pesca. Ricordate sempre di adattare le tecniche alle diverse situazioni e di essere pazienti e perseveranti. Scegli accuratamente la tua canna da traina e il tuo mulinello a bobina rotante e preparati alla prossima sessione. La pesca è un’avventura continua, e ogni uscita in mare è un’opportunità per imparare e divertirsi. 

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