L’inverno è un periodo speciale per i pescatori che praticano la pesca sportiva e in particolare modo la pesca in mare. Non stiamo parlando di ghiaccio e neve, ma di un fenomeno unico e avvincente: la “febbre del calamaro”, o la febbre della pesca ai calamari. La pesca dei calamari è una delle tecniche più entusiasmanti per gli appassionati di pesca avvolge come una magia, in particolare per la natura insolita e affascinante dei calamari.

Sommario

  • Come pescare i calamari dalla barca?
  • Le condizioni ambientali per la pesca del calamaro
  • La tecnica del picchetto

Ma come pescare i calamari dalla barca?

Esistono ad oggi diverse tecniche di pesca a calamari come l’eging, il tip run, il tataki e la traina con affondatore idrodinamico o piombo guardiano.

All’interno di questo articolo di blog introdurremo quella la pesca a calamaro più comunemente praticata: il picchetto. 

Andiamo a vedere ora come pescare calamari.

Le condizioni ambientali per la pesca del calamaro

Ogni partita di pesca ai calamari è un’avventura in sé. È come un romanzo appassionante che ti tiene sulle spine, sfidando le tue convinzioni più radicate. Puoi pensare di avere la tecnica perfetta, ma poi ti ritrovi a lottare con una preda che non risponde come previsto.

Le tecniche tradizionali di traina e tataki possono talvolta sembrare inadeguate. Ma non lasciarti scoraggiare! L’universo della pesca del calamaro è vasto e ricco di alternative. I calamari, infatti, sono creature adattabili, i cui comportamenti variano a seconda delle condizioni ambientali.

Fattori come la temperatura e la stratificazione dell’acqua, la corrente, la luminosità lunare o ambientale, e soprattutto la presenza di pesce foraggio, influenzano l’attività dei calamari e la profondità a cui si trovano. Questi elementi determinano l’efficacia della tua tecnica di pesca.

La tecnica del picchetto

Ma c’è una strategia di pesca che può aiutarti a superare questi ostacoli. È un approccio quasi verticale, con un’attrezzatura specifica, noto come pesca a “picchetto”. Questa tecnica richiede l’uso di particolari esche artificiali, come gli gli Upper 95 di Yamashita, che fluttuano in maniera unica nell’acqua.

La pesca a picchetto è una rielaborazione delle tecniche di pesca antiche, praticate da generazioni di pescatori. Si tratta di utilizzare linee simili a quelle utilizzate per il tataki. Fino a qualche anno fa questa tecnica veniva svolta con la classica ” lenza a mano ” mentre ad oggi, grazie alle nuove tecnologie messe a disposizione nel settore della pesca, abbiamo a disposizione strumenti eccezionali come le canne … 

Ciò che distingue veramente la pesca a picchetto a altre tecniche verticali è l’uso di esche artificiali e le loro dimensioni. Queste esche, pesciolini senza un peso di zavorra, hanno una capacità di flottazione. Questa caratteristica conferisce alla lenza un potere di pesca significativo, soprattutto quando si muove con la corrente, imprimendo alle esche un movimento particolarmente attraente.

Il movimento verticale, dato con una frequenza e velocità variabile, imita le vibrazioni ei movimenti di un branco di pesci, attirando irresistibilmente i calamari. Come zavorra, puoi utilizzare un peso tradizionale, preferibilmente a forma di goccia, o un totanara piombato, un tipo di esca tradizionale.

Aggiungendo questo ulteriore elemento, crei un elemento che “nuota” in modo diverso rispetto agli altri pesciolini, quasi come un predatore. Questa montatura, quindi, risulterà efficace da una profondità modesta fino a oltre 50 metri dove pescare i calamari risulta generalmente complesso.

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Quindi, anche se l’inverno può sembrare un periodo di riposo per alcuni, per te, pescatore appassionato, è un’opportunità per affrontare la sfida della ‘febbre del calamaro’. Sperimenta la pesca a picchetto e scoprirai un nuovo mondo di avventure e successi nella pesca di calamari. Non lasciarti scoraggiare dalle difficoltà, ma affrontale con nuove strategie e tecniche. E ricorda, ogni sessione di pesca è una storia a sé.