La palamita, conosciuta scientificamente come Sarda sarda, è una presenza comune nel mar Mediterraneo, nel mar Nero (sebbene non vi si riproduca) e nell’Oceano Atlantico settentrionale, dalla Scandinavia al Canada e meridionale, dall’Angola all’Argentina. Tuttavia, è rara nelle zone estreme del suo areale. Questo predatore pelagico può essere avvistato sia in alto mare che lungo le coste, specialmente in periodi specifici dell’anno e in condizioni ambientali favorevoli.

Descrizione

Dotata di un corpo fusiforme e idrodinamico, la palamita presenta una testa appuntita e un peduncolo caudale sottile con due carene laterali. Le sue pinne dorsali, di cui una più lunga e triangolare e l’altra più corta e contigua, le conferiscono una notevole potenza di nuoto. Il suo colore varia dal blu metallico sul dorso all’argento sui fianchi, con bande nere o grigiastre oblique sul dorso. In genere, raggiunge una lunghezza di circa 80 cm e un peso di 10 kg, anche se esemplari più grandi non sono rari.

Alimentazione e Riproduzione della palamita 

La palamita è un predatore carnivoro, che si ciba principalmente di piccoli pesci come acciughe, sardine e aguglie. La sua dieta ricca di proteine e nutrienti la rende una parte importante dell’ecosistema marino.

La riproduzione della palamita avviene durante la primavera e l’estate. I giovani presentano bande scure verticali che li distinguono dagli adulti.

Comportamento della palamita 

Questo pesce è gregario e vive in grandi banchi. Effettua lunghe migrazioni e si avvicina alle coste in momenti diversi dell’anno, a seconda della località. In Italia, ad esempio, può essere avvistata in autunno nel mar Ligure, in estate nel golfo di Napoli e in primavera in Sicilia.

Pesca della palamita 

La palamita è apprezzata sia dai pescatori sportivi che da quelli professionali per le sue carni prelibate e la sua indole combattiva. I pescatori sportivi solitamente la catturano dalla barca con la tecnica della traina col vivo, traina con gli artificiali, spinning offshore, light drifting mentre da terra con lo spinning da porto o scogliera e con lo shore jigging, mentre i pescatori professionali la insidiano con reti denominate “palamitare”. Le sue carni sono adatte alla conservazione sott’olio, simili a quelle del tonno rosso. In alcune zone, è possibile catturarla anche da riva con la tecnica dello spinning.

Conclusione

La palamita, con la sua bellezza e importanza per l’ecosistema marino, continua a catturare l’attenzione di pescatori e appassionati di mare. La sua presenza lungo le coste e le sue abitudini migratorie offrono agli osservatori una vista spettacolare della vita marina. Con una gestione sostenibile, possiamo garantire che questa meravigliosa specie continui a prosperare nei nostri mari per le generazioni a venire.