La pesca allo sgombro rappresenta una delle attività più praticate e gratificanti nel panorama della pesca sportiva in mare, grazie alla sua accessibilità, alla varietà di tecniche impiegabili e alla diffusione di questo pesce azzurro nei nostri mari.

Lo sgombro, o Scomber scombrus, è un predatore pelagico che si muove in banchi numerosi ed è noto per la sua reattività e combattività, rendendo la cattura dinamica e coinvolgente, sia per i pescatori esperti che per i neofiti.

Questa guida nasce per offrire un riferimento completo a chi desidera imparare a pescare questi piccoli pelagici o perfezionare le proprie tecniche.

Analizzeremo insieme i metodi più efficaci descrivendo nel dettaglio l’attrezzatura consigliata, dalle canne da pesca ai mulinelli, fino ai tipi di fili e montature più adatti per affrontare diverse condizioni marine.

Scopriremo anche qual è il periodo migliore per pescare gli sgombri, analizzando la stagionalità e l’influenza della temperatura dell’acqua, con un focus particolare sui mesi primaverili, da marzo a giugno, quando questi pesci si avvicinano alle coste per la riproduzione.

Non mancheranno indicazioni pratiche su come pasturare la zona, scegliere le esche migliori, conservare correttamente il pescato e muoversi nel rispetto delle normative vigenti.

Che tu voglia vivere una giornata in mare aperto o semplicemente rilassarti pescando da un molo, qui troverai tutto ciò che ti serve per insidiare questo predatore con consapevolezza, efficacia e passione.

Indice dei contenuti

pescata a sgombri

Conoscere lo Sgombro (Scomber spp.)

Caratteristiche e Comportamento

Lo sgombro è un pesce pelagico appartenente alla famiglia Scombridae, noto per la sua forma affusolata, il dorso blu-verde con striature nere ondulate e il ventre argentato.

È un nuotatore velocissimo, con una muscolatura potente e una spiccata capacità di coprire grandi distanze in poco tempo.

Vive in banchi numerosi (gregario), che si muovono sincronicamente alla ricerca di plancton, minutaglia e piccoli pesci, soprattutto nei mesi più caldi.

Il suo comportamento alimentare è predatorio, ma può anche nutrirsi di zooplancton e piccoli crostacei a seconda della stagione e della disponibilità di cibo.

Si tratta di una specie molto sensibile alla temperatura dell’acqua, preferendo ambienti tra gli 11°C e i 15°C. Questo ne influenza fortemente la distribuzione costiera e il periodo di attività.

Durante la stagione riproduttiva, che inizia tra marzo e aprile, tende ad avvicinarsi alle coste in cerca di acque più basse per la deposizione delle uova. In questo periodo diventa particolarmente attivo e facile da insidiare.

Grazie alla sua abbondanza, rapidità e combattività, lo sgombro è uno dei bersagli preferiti della pesca sportiva sia dalla barca che da riva.

Il suo comportamento irruento quando abbocca lo rende un eccellente “pesce scuola” per chi inizia, ma anche un’opzione divertente per i pescatori esperti, specie se si utilizzano attrezzature leggere o tecniche come lo spinning.

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Differenze tra Specie

Spesso si parla genericamente di “sgombro”, ma in realtà le acque italiane ospitano più specie appartenenti al genere Scomber, che possono essere facilmente confuse tra loro.

Le due più comuni sono lo sgombro comune (Scomber scombrus) e il lanzardo (Scomber colias), conosciuto anche come sgombro occhione.

A queste si aggiungono altre specie come il maccarello reale (Scomberomorus commerson), più raro in Mediterraneo ma noto nei mari tropicali.

Lo sgombro comune si riconosce per l’assenza di vescica natatoria e per le marcate striature nere sul dorso che non raggiungono il ventre. Ha carni tenere, molto apprezzate in cucina, e una taglia media compresa tra i 20 e i 40 cm.

Il lanzardo, invece, ha dimensioni simili ma mostra occhi più grandi, un corpo più allungato e una livrea con macchie irregolari anziché linee nette. Inoltre, può avere una sfumatura giallastra sul ventre e sulle pinne.

Conoscere queste differenze è importante non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche per scopi culinari, poiché la consistenza e il sapore delle carni variano leggermente.

Dal punto di vista della pesca, le tecniche per insidiarli sono le stesse, ma il lanzardo tende a rimanere più a largo rispetto allo sgombro comune. Per questo motivo è spesso catturato con tecniche come la traina o il light drifting in profondità maggiori.

Habitat e Distribuzione

Lo sgombro è diffuso in tutto l’Oceano Atlantico nord-orientale, nel Mar Mediterraneo, nel Mar Nero e lungo le coste dell’Europa occidentale, dal Mare del Nord fino al Golfo di Guinea.

In Italia è presente in tutte le acque costiere, con una maggiore concentrazione lungo le coste adriatiche e tirreniche.

È un pesce pelagico, che vive in acque libere, lontano dal fondale, ma può avvicinarsi alla costa in determinati periodi dell’anno.

La sua distribuzione varia in funzione di diversi fattori ambientali: temperatura dell’acqua, profondità, presenza di correnti e disponibilità di cibo.

Durante l’inverno, si spostano verso zone più profonde, fino a 200 metri, mentre in primavera e inizio estate risalgono verso la superficie e le coste per riprodursi, rendendosi facilmente accessibili a chi pesca dalla barca o addirittura da riva.

Sono particolarmente attivi in mare aperto, soprattutto in zone dove si formano banchi di minutaglia, che attirano anche altri predatori come palamite, tonni e pesci serra.

Le zone costiere dell’Adriatico settentrionale, come Porto Garibaldi, Chioggia, Cesenatico e Caorle, sono tra le più prolifiche grazie ai fondali bassi e alla ricca biodiversità.

Capire dove si concentrano i branchi in base alla stagione e all’ambiente è fondamentale per pianificare una battuta di pesca efficace e produttiva.

Utilizzare ecoscandagli e osservare il comportamento di gabbiani e altri segnali visivi in superficie può rivelarsi utile per individuarli rapidamente.

lanzardo

Periodo Migliore per la Pesca allo Sgombro

Qual è il periodo migliore per pescare lo sgombro?

Il periodo migliore per pescare lo sgombro va generalmente da marzo a giugno, con variazioni locali legate alla temperatura dell’acqua e alla disponibilità di cibo.

In questi mesi, i pelagici si avvicinano alle coste per la riproduzione, diventando facilmente accessibili sia dalla barca sia da riva.

La primavera è infatti la stagione in cui si registrano le concentrazioni maggiori, poiché gli esemplari adulti si spostano in branchi compatti per deporre le uova in acque costiere poco profonde e più calde.

Un parametro fondamentale da considerare è la temperatura dell’acqua, che deve attestarsi intorno ai 14°C: una soglia oltre la quale il pesce tende ad alimentarsi più attivamente e, di conseguenza, ad abboccare più facilmente.

Durante i mesi estivi (luglio-agosto), la pesca è ancora possibile, ma i banchi si fanno più mobili e talvolta si spostano in acque leggermente più profonde.

In autunno e inverno, invece, tendono a spostarsi al largo, dove le acque sono più stabili, rendendo più difficile la loro localizzazione.

In queste stagioni è consigliabile utilizzare tecniche come il bolentino profondo o la traina leggera a lunga distanza.

Monitorare le condizioni meteo-marine, osservare i movimenti di gabbiani e altri predatori, e tenere d’occhio la presenza di minutaglia in superficie può aiutare a individuare i banchi attivi anche nei periodi meno favorevoli.

Comportamento Stagionale

Lo sgombro mostra un comportamento fortemente influenzato dalla stagione, il che lo rende un bersaglio interessante ma variabile nel tempo.

In primavera e all’inizio dell’estate, durante la fase di riproduzione, tende a risalire dalle acque più profonde verso la superficie e le aree costiere.

Questo cambiamento rende il pesce più facilmente intercettabile, soprattutto in corrispondenza di fondali sabbiosi, foci fluviali o zone con alta concentrazione di zooplancton.

Durante la frega, i maschi e le femmine si radunano in banchi numerosi, compatti, che spesso si spostano sotto costa. Questo è il momento ideale per utilizzare tecniche come il sabiki o il bolentino leggero, perché la densità di pesci aumenta notevolmente.

Al termine della deposizione delle uova, il pesce tende a disperdersi gradualmente e a tornare verso acque più profonde, rimanendo però ancora attivo per qualche settimana.

Nei mesi più caldi (luglio-agosto), il comportamento diventa più irregolare: il pesce si mantiene attivo, ma più mobile, e può alternare zone superficiali e medie profondità.

In inverno, invece, la pesca diventa più impegnativa: i pesci si spostano fino a 200 metri di profondità, seguendo correnti più stabili e temperature più costanti.

In queste condizioni si rende necessaria un’attrezzatura più tecnica e una maggiore esperienza nella lettura degli ecoscandagli e nella localizzazione dei banchi.

Capire e anticipare questo ciclo stagionale permette non solo di scegliere la tecnica giusta, ma anche di pianificare meglio uscite, orari e strategie per massimizzare le catture.

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Tecniche, Attrezzature e Esche

Pesca con il Sabiki

Come pescare gli sgombri con il Sabiki?

La tecnica del sabiki è tra le più usate ed efficaci per la pesca allo sgombro, specialmente quando ci si trova in presenza di banchi numerosi.

Il sabiki è una montatura costituita da una serie di piccoli ami (5–8) legati a braccioli corti, ciascuno adornato con piumette, fili riflettenti o piccoli materiali fluorescenti.

Gli sgombri, essendo predatori visivi e rapidi, aggrediscono questi elementi scambiandoli per piccoli pesci o plancton.

Si utilizza prevalentemente dalla barca e può portare alla cattura multipla con un solo calata e recupero.

Il recupero ideale è a scatti verticali (jigging), con brevi pause.

È possibile aumentare l’efficacia usando pastura a base di sarda, pane e olio di pesce.

Attrezzatura consigliata:

  • Canna: telescopica o da barca, 1,80–2,40 m, azione media-sensibile.
  • Mulinello: taglia 3000–4000, frizione progressiva.
  • Filo: madre 0,30–0,35 mm in nylon o trecciato; terminali 0,20–0,25 mm.
  • Piombo: da 30 a 100 g in base a corrente e profondità.

Pesca a Spinning

Come pescare lo sgombro a spinning?

La pesca a spinning allo sgombro è un’opzione estremamente dinamica, adatta a chi ama l’azione e il contatto diretto con la preda.

Consiste nel lanciare e recuperare esche artificiali che imitano piccoli pesci, come jig, minnow o cucchiaini.

Lo sgombro, attratto dal movimento e dai riflessi, attacca in modo deciso, offrendo un combattimento breve ma esplosivo.

È ideale per la pesca da riva (scogliere, moli, foci) e anche dalla barca, soprattutto in presenza di mangianze visibili.

È una tecnica che richiede attenzione nel recupero: si alternano lanci lunghi, recuperi lineari, jerkate e pause, per stimolare l’istinto predatorio.

Attrezzatura consigliata:

  • Canna: spinning da 2,10–2,70 m, azione fast o extra-fast.
  • Mulinello: taglia 2500–3000, leggero, rapporto di recupero ≥ 5.2:1.
  • Filo: trecciato 0,10–0,15 mm + finale fluorocarbon 0,25–0,30 mm.
  • Esche artificiali: jig 7–15 g, minnow affondanti, cucchiaini, colori blu/argento/bianco.
  • Accessori: moschettone girevole, guadino da riva.

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Pesca a Traina

Come pescare lo sgombro a traina?

La traina leggera è una tecnica molto apprezzata per la pesca allo sgombro in movimento. Consiste nel trainare esche naturali o artificiali a distanza dietro la barca a velocità di crociera ridotta (2,5–4 nodi).

È adatta sia a chi pesca da imbarcazione propria sia per escursioni in motonave o charter.

Le esche più efficaci sono le piumette, i minnow affondanti, i cucchiaini ondulanti e le aguglie innescate su montature con doppio amo.

Questa tecnica è molto utile per coprire ampie zone di mare e intercettare banchi in movimento, spesso associati a mangianze in superficie.

Attrezzatura consigliata:

  • Canna: da traina 5’6″–6’6″, potenza 10–20 lb.
  • Mulinello: tamburo rotante o fisso taglia 4000–6000, con buona capacità di lenza.
  • Filo: trecciato o nylon 0,35–0,45 mm; terminale fluorocarbon 0,30 mm.
  • Esche: piumette colorate, minnows da 7–10 cm, octopus, cucchiaini.
  • Montatura: eventualmente con paratura multipla per simulare un branco.

Bolentino Leggero e Light Drifting

Il bolentino leggero è una tecnica verticale praticata dalla barca, ideale per pescare sgombri in acque tra i 20 e i 70 metri di profondità.

Si utilizza una montatura con 2 o 3 ami disposti su braccioli, innescati con esche naturali come sardine, acciughe o gamberetti.

Il pescatore cala la lenza fino al fondo o alla profondità target e recupera lentamente o a strappi per attirare l’attenzione del branco.

L’utilizzo di pastura è altamente consigliato per tenere gli sgombri attivi sotto la barca.

Una volta ferrato un pesce, è possibile attendere qualche secondo per catturare più esemplari sullo stesso calamento.

Attrezzatura consigliata:

  • Canna: da bolentino, 1,80–2,10 m, sensibile, con vetta morbida.
  • Mulinello: taglia 4000, rapporto basso per recuperi lenti e precisi.
  • Filo: nylon 0,30–0,35 mm oppure trecciato + terminale fluorocarbon.
  • Piombo: 50–120 g, in base a corrente e profondità.
  • Montatura: trave a bandiera con braccioli da 15–20 cm, ami n. 6–8.

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Consigli per pescare gli Sgombri

Preparazione e Sicurezza

Una battuta di pesca efficace inizia con una buona preparazione.

Verifica sempre le condizioni meteo e marine prima di uscire in barca o affrontare una lunga sessione da riva.

Lo sgombro, infatti, è molto sensibile ai cambiamenti di pressione e corrente, quindi giornate con mare calmo e stabile aumentano notevolmente le probabilità di successo.

Se peschi dalla barca, assicurati che a bordo siano presenti:

  • Giubbotti di salvataggio
  • Dispositivi di segnalazione
  • Kit di primo soccorso
  • Acqua e snack
  • Borsa frigo per conservare il pescato

Controlla lo stato dell’attrezzatura: verifica che i mulinelli siano ben lubrificati, che i nodi siano sicuri e che le esche siano in buono stato.

Infine, porta con te:

  • Pastura già pronta
  • Minuteria di ricambio
  • Pinza multifunzione
  • Coltellino da sfilettatura

Con una preparazione accurata, non solo aumenterai le catture, ma garantirai un’esperienza sicura e piacevole per te e per chi ti accompagna.

Comportamento Etico e Sostenibile

Pescare sgombri in modo sostenibile è fondamentale per preservare l’ambiente marino e garantire un futuro alla pesca sportiva.

Il primo passo è rispettare le taglie minime di cattura: uno sgombro sotto i 18 cm dovrebbe essere rilasciato, anche se è legalmente pescabile.

Un comportamento responsabile prevede inoltre di:

  • Non eccedere con il numero di prede
  • Pescare solo il necessario
  • Rilasciare gli esemplari in eccesso, soprattutto se feriti superficialmente

Utilizza ami di dimensioni adeguate per evitare la cattura accidentale di specie non target e prediligi attrezzatura senza ardiglione, che facilita il rilascio senza danneggiare il pesce.

In caso di rilascio:

  • Manipola lo sgombro con mani bagnate o guanti morbidi
  • Non stringere il corpo per ridurre lo stress e aumentare le probabilità di sopravvivenza

Non abbandonare mai rifiuti in mare: porta con te un sacchetto per fili tagliati, plastica o altra immondizia.

Infine, informati sulle normative locali e rispetta divieti stagionali o aree protette. Pescare con coscienza è il modo migliore per godere del mare senza danneggiarlo.

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Conservazione del Pesce

Una volta pescati, gli sgombri vanno raffreddati immediatamente per conservarne freschezza e qualità.

Questo pesce è particolarmente delicato: il suo contenuto lipidico lo rende vulnerabile all’ossidazione e allo sviluppo di sapori sgradevoli se non correttamente conservato.

Utilizza una borsa termica con ghiaccio o ghiaccio secco per mantenere i pesci a bassa temperatura fino al rientro.

Evita di esporli al sole o di lasciarli a lungo sul ponte dell’imbarcazione.

Una volta a casa:

  • Pulisci gli sgombri il prima possibile
  • Eviscerali e risciacquali bene
  • Riponili in frigorifero o sottovuoto

Se intendi cucinarli nei giorni successivi, puoi conservarli in frigo per 1–2 giorni, oppure congelarli entro poche ore dalla cattura.

Per eliminare eventuali odori forti, puoi marinarli brevemente con aceto di vino bianco o succo di limone prima della cottura.

Ricorda: la qualità gastronomica dello sgombro dipende moltissimo dal tempo e dal metodo di conservazione.

Trattarlo con cura significa gustarne al meglio il sapore e le proprietà nutrizionali.

Conclusioni sulla pesca allo sgombro

La pesca allo sgombro è molto più di una semplice attività ricreativa: è un connubio tra passione, osservazione, tecnica e rispetto per il mare.

Questo pesce pelagico, agile e combattivo, offre soddisfazioni sia al principiante che al pescatore esperto, grazie alla sua diffusione nei mari italiani, al comportamento gregario e alla reattività verso una vasta gamma di esche e tecniche.

Nel corso di questa guida, abbiamo esplorato ogni aspetto fondamentale: dalla biologia dello sgombro e la sua stagionalità, alle migliori tecniche di pesca.

Abbiamo visto quale attrezzatura scegliere per ciascuna tecnica, come individuare le località italiane più produttive e quali siano i servizi a disposizione per vivere un’esperienza completa, anche in motonave.

Non meno importanti sono i capitoli dedicati alla sicurezza, alla conservazione del pescato e all’adozione di un comportamento etico, essenziale per preservare l’equilibrio marino e garantire che anche le generazioni future possano godere della pesca sportiva in modo consapevole.

Grazie a risorse come video tutorial, link utili e un glossario tecnico, questa guida vuole essere un punto di partenza solido per chi desidera avvicinarsi o perfezionarsi nella pesca allo sgombro.

Che tu stia preparando la tua prima uscita o che tu voglia affinare una tecnica già conosciuta, ricorda: la pazienza, la curiosità e il rispetto per il mare sono i veri alleati di ogni buon pescatore.

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