La pesca a feeder è una delle tecniche più praticate e versatili dagli appassionati di pesca sportiva in Italia.

Nata come evoluzione del ledgering, si basa sull’utilizzo di un pasturatore che rilascia esche e pasture direttamente sul fondo, attirando i pesci nella zona di pesca.

È una disciplina che unisce precisione, sensibilità e strategia, adatta sia ai principianti sia ai pescatori esperti.

In questa guida completa vedremo cos’è, come funziona e quali sono i suoi vantaggi.

Approfondiremo l’attrezzatura necessaria (canna, mulinello, fili, feeder e accessori), le diverse montature e le pasture più efficaci in base a stagione e spot.

Analizzeremo le tecniche per pescare in mare, fiume e lago, con focus su specie target come carpa, orata, spigola e cefalo.

Non mancheranno consigli pratici, trucchi avanzati, confronto con altre tecniche e un richiamo alle normative per una pesca sostenibile.


Che cos’è la pesca a feeder?

Il feeder è una tecnica di pesca al fondo che utilizza un pasturatore (feeder appunto), ovvero un piccolo contenitore di esche collegato alla lenza, che rilascia gradualmente la pastura sul punto di pesca.

A differenza di altre discipline, la feeder consente di concentrare l’alimentazione in un’area precisa, attirando i pesci e aumentando le probabilità di cattura.

Questa tecnica nasce nel Regno Unito negli anni ’60 come evoluzione del ledgering, e si è diffusa rapidamente in tutta Europa, trovando in Italia un grande seguito tra gli appassionati.

La sua caratteristica principale è l’uso della canna con quiver tip, una cima sottile e sensibile che segnala anche le abboccate più delicate.

Punti chiave della definizione

  • Feeder: pasturatore che rilascia esche sul fondo.
  • Obiettivo: concentrare i pesci in un’area ristretta.
  • Differenze: evoluzione del ledgering, con più precisione e controllo.
  • Canna dedicata: con cima intercambiabile (quiver tip).
  • Versatilità: adatta a laghi, fiumi e mare.

In sintesi, la pesca a feeder è una tecnica moderna e precisa, che abbina l’aspetto sportivo al divertimento, offrendo risultati concreti sia a chi inizia sia ai pescatori più esperti.


Dove e cosa si pesca a feeder

Dove si pratica il feeder e quali pesci si catturano con questa tecnica?

Il feeder è una tecnica estremamente versatile, che si adatta a diversi ambienti: laghi, fiumi, laghetti commerciali e persino il mare.

La possibilità di modulare canna, mulinello, montature e pasture la rende adatta sia all’acqua dolce sia salata.

Inoltre, permette di insidiare specie molto differenti, dai piccoli ciprinidi fino a pesci di taglia come carpe e orate.

Ambienti più comuni

  • Lago e laghetto: perfetti per carpe, breme e cavedani. I carpodromi sono ideali per chi inizia.
  • Fiume: ottimo per barbi, cavedani e breme, richiede montature stabili (running rig, helicopter).
  • Mare dalla riva: in spiaggia, porto o foce si possono insidiare orate, spigole e cefali.
  • Inverno: acque fredde = pasture scure e granulometria fine; esche come bigattini e lombrichi diventano più efficaci.

Specie target principali

  • Carpa: regina dei carpodromi e laghi.
  • Breme: spesso catturate in serie, molto sensibili alla pastura.
  • Cavedano: diffuso nei fiumi, combattivo.
  • Orata e spigola: target tipici del feeder in mare.
  • Cefalo: specie adattabile, apprezza pasture leggere.

In sintesi, la pesca a feeder permette di adattarsi a qualsiasi ambiente e di divertirsi con un’ampia varietà di specie, dal principiante al pescatore esperto.


Attrezzatura per il feeder

Cosa serve per la pesca a feeder?

Per praticare la tecnica del feeder occorre un’attrezzatura specifica, progettata per garantire precisione nel lancio e sensibilità nel rilevare le abboccate.

L’elemento centrale è la canna da feeder, dotata di quiver tip intercambiabili (cime di diversa sensibilità), che permettono di adattarsi a condizioni di acqua e prede diverse.

Accanto alla canna, è fondamentale scegliere un mulinello robusto e fluido, con frizione progressiva e capacità di filo adeguata alla distanza di pesca.

Il filo può variare: il nylon è più indicato per principianti e pesca a corta distanza, mentre il trecciato garantisce maggiore sensibilità su lunghe distanze e acque profonde.

Il terminale (hooklength) in fluorocarbon assicura invisibilità e resistenza.

Attrezzatura essenziale

  • Canna da feeder: lunghezza 3–4,20 m, potenza variabile, quiver tip intercambiabili.
  • Mulinello: taglia 3000–5000, frizione progressiva, line clip per precisione.
  • Fili: nylon per acque ferme, trecciato per distanza, fluorocarbon per terminali.
  • Pasturatori (feeder): cage, open-end, block-end, method.
  • Accessori: guadino gommato, paniere o sedia, poggiacanna, forbici e aghi da innesco.

In conclusione, avere un’attrezzatura ben bilanciata è fondamentale per iniziare e migliorare questa tipologia di pesca, perché ogni componente contribuisce al successo della sessione.


Montature per la pesca a feeder

Quali sono le montature più usate nella pesca a feeder?

Le montature per il feeder sono fondamentali per garantire presentazioni efficaci e ridurre grovigli durante il lancio.

Ogni configurazione ha caratteristiche specifiche che la rendono più adatta a certi ambienti, distanze o specie target.

Saper scegliere la montatura giusta significa aumentare sensibilmente le possibilità di cattura.

Montature principali

  • Anti-tangle rig: semplice e versatile, riduce i grovigli grazie a tubetti rigidi o braccioli laterali. Ideale per chi inizia.
  • Running rig: il pasturatore scorre liberamente sulla lenza madre; ottimo per acque calme e abboccate sospettose.
  • Helicopter rig: terminale che ruota attorno alla lenza, pensato per lanci molto lunghi e ambienti con corrente.
  • Method feeder rig: pasturatore piatto con esca presentata su hair rig; perfetto nei carpodromi per carpe e grosse breme.

Ogni montatura richiede piccole attenzioni nel montaggio e nella scelta del filo, ma la differenza si nota subito in pesca: più precisione, meno ingarbugli, maggiore resa.

In sintesi, padroneggiare le diverse montature consente di adattarsi a ogni spot e situazione, trasformando la feeder in una tecnica davvero universale.


Pasture ed esche

Quali pasture ed esche funzionano meglio nella pesca a feeder?

Le pasture ed esche sono l’elemento chiave del feeder, perché determinano la capacità di attrarre e mantenere i pesci nello spot.

La scelta varia in base alla stagione, al tipo di acqua e alla specie target.

Una pastura corretta deve avere la giusta granulometria, colore e aroma, mentre le esche vanno selezionate in funzione del pesce e della tecnica (classico feeder o method feeder).

Pasture più utilizzate

  • Primavera/Estate: pasture chiare e dolci (gialle, rosa) arricchite con mais, canapa, biscotto.
  • Autunno/Inverno: pasture scure (nere, marroni) con aromi speziati e granulometria fine.
  • Pellet: molto efficaci ma spesso regolamentati nei carpodromi.
  • Method mix: mix collosi per method feeder, adatti a boilies e pellet.

Esche comuni

  • Bigattini e caster: versatili, validi in fiume e lago.
  • Mais: economico e molto attrattivo, specie per carpe e breme.
  • Vermi e lombrichi: perfetti in acque fredde e torbide.
  • Pellet e boilies mini: ideali nel method feeder, spesso con hair rig.
  • Wafters e esche artificiali: per selezionare pesci di taglia.

In conclusione, la combinazione giusta tra pastura ed esca fa la differenza: adattare colore, aroma e consistenza alle condizioni aumenta esponenzialmente le possibilità di successo.


Trucchi e strategie

Quali sono i trucchi per migliorare nella pesca a feeder?

Il feeder non è solo attrezzatura: la vera differenza la fanno la precisione e la costanza.

I pescatori più esperti sanno che piccoli accorgimenti possono aumentare notevolmente le possibilità di cattura.

I trucchi riguardano il lancio, la gestione dello spot e la scelta di pasture ed esche.

Strategie pratiche utili

  • Line clip: usare il fermo filo del mulinello per lanciare sempre alla stessa distanza.
  • Baiting up: effettuare più lanci consecutivi con feeder carico per “accendere” lo spot e attirare i pesci.
  • Groundbaiting: aggiungere pastura sfusa o palle di sfarinato per aumentare il richiamo.
  • Spot rotation: cambiare zona se dopo diversi lanci non ci sono abboccate.
  • Gestione tempo: rilanciare ogni 5–10 minuti per mantenere attivo lo spot.
  • Scelta terminale: allungare o accorciare l’hooklength in base alla sospettosità dei pesci.

In sintesi, applicare queste strategie permette di rendere la pesca più redditizia, trasformando ogni uscita in un’esperienza dinamica e produttiva.


Normative e sostenibilità

Quali regole bisogna rispettare nella pesca a feeder?

Come tutte le discipline di pesca sportiva, anche il feeder è regolamentato da norme nazionali e locali.

Conoscere e rispettare queste regole è fondamentale sia per evitare sanzioni sia per praticare un’attività sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

In Italia, la FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) disciplina le competizioni, mentre le Regioni e le Province definiscono limiti e modalità della pesca ricreativa.

Normative e buone pratiche

  • Numero canne: in acque interne di solito è consentita 1–2 canne, in mare varia da Regione a Regione.
  • Licenze: obbligo di licenza per acque interne, libera in mare salvo restrizioni locali.
  • Taglie minime: ogni specie ha misure legali da rispettare (es. orata 20 cm, carpa 25 cm circa).
  • Catch limit: quantità massime giornaliere (di solito 5–10 kg complessivi o numero specifico di capi).
  • No-kill: pratiche di rilascio consigliate, con ami senza ardiglione e guadini gommati.
  • Sostenibilità: evitare eccessiva pasturazione e rispettare periodi di frega.

In conclusione, non è solo tecnica ma anche responsabilità: rispettare norme e ambiente garantisce divertimento duraturo e tutela delle risorse ittiche.


Conclusioni sulla pesca a feeder

Il feeder è una tecnica che unisce precisione, strategia e divertimento, capace di adattarsi a diversi ambienti e specie.

Per ottenere risultati concreti è importante curare ogni dettaglio: dall’attrezzatura scelta, alla pasturazione, fino alla gestione del lancio.

Punti chiave da ricordare

  • Definizione: tecnica al fondo con pasturatore che rilascia esche in modo mirato.
  • Funzionamento: precisione del lancio e costanza nella pasturazione.
  • Attrezzatura: canna con quiver tip, mulinello fluido, fili adeguati e feeder adatti.
  • Montature: anti-tangle, running, helicopter e method feeder.
  • Esche e pasture: selezionate in base a stagione, ambiente e specie target.
  • Spot e target: lago, fiume, mare, con specie come carpa, orata, breme e spigola.
  • Strategie: line clip, baiting up, gestione tempi e spot rotation.
  • Sostenibilità: rispetto delle normative e pratiche no-kill.

In sintesi, la pesca a feeder rappresenta un approccio moderno e coinvolgente, adatto a chi vuole vivere la pesca con maggiore intensità e risultati concreti.

Preparati, scegli la montatura giusta e porta la tua prossima sessione a un livello superiore.